Autismo, neurodiversità ed età adulta

Negli ultimi decenni, la società è diventata molto più consapevole rispetto al tema dell’autismo e della neurodiversità. I medici sempre più spesso sanno identificare l’autismo nell’infanzia, ma coloro che sono diventati maggiorenni prima di questo cambiamento potrebbero essere stati trascurati, ricevendo misdiagnosi o non trovando una spiegazione soddisfacente delle proprie peculiarità e fragilità, sia nell’infanzia che attuali. La ricerca suggerisce che l’autismo è ugualmente diffuso nelle generazioni precedenti ma meno diagnosticato, e pertanto, molte persone oggi sperimentano una diagnosi tardiva, anche molti anni dopo il compimento della maggiore età.

Ricevere una diagnosi in età adulta può permettere alla persona di ricevere una serie di risposte e può essere realmente trasformativa per coloro che si sono sempre sentiti diversi ma che non hanno mai avuto punti di riferimento grazie ai quali comprendere la propria identità. Con questa comprensione, tuttavia, possono sorgere questioni, quali ad esempio l’opportunità di condividere o meno la diagnosi ricevuta, la richiesta di servizi specifici di presa in carico, il bisogno di supporto all’interno della formazione e per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Ecco qui alcune domande che spesso le persone autistiche e neurodiverse si pongono:

Come faccio a ricevere diagnosi di autismo in età adulta?

Una persona adulta che voglia approfondire il proprio funzionamento neuropsicologico e comprendere se appartiene allo spettro autistico o ad altre neurodiversità può richiedere una valutazione ad un professionista specializzato in diagnosi di autismo.

Quest’ultimo aspetto è molto importante: anche se si è raggiunto un buon funzionamento nella propria vita quotidiana e si sperimenta più un disagio di tipo psicologico, non tutti i professionisti della salute mentale conoscono appieno l’autismo e sono formati su di esso. Pertanto è bene cercare un professionista con una formazione specifica, o un ente che si occupi di questo.

Per molte ragioni, è difficile per gli adulti ricevere una diagnosi di autismo. La diagnosi, il trattamento e le competenze attualmente si concentrano sui bambini, quindi gli adulti in molti casi fanno fatica a trovare un professionista disponibile e che si senta in grado di fare tale diagnosi in età adulta. Gli adulti possono anche prendere in considerazione la possibilità di chiedere consigli a siti internet, forum e gruppi che sui social network fanno attivismo e che si occupano di divulgazione e tutela.
Alcuni adulti che sospettano di appartenere allo spettro autistico possono decidere che alla fine non hanno bisogno di una diagnosi, perché funzionano bene nel lavoro e nella vita. Ma per coloro che hanno difficoltà a livello lavorativo, nell’ambito delle relazioni sociali e nelle relazioni affettive una diagnosi può fornire una base preziosa da cui comprendere tali sfide e trovare supporto.

Ho appena ricevuto la diagnosi, cosa posso fare?

Concediti il tempo per elaborare questo cambiamento. Una diagnosi tardiva di autismo può cambiare il tuo concetto di sé, spesso in meglio, ma riconosci che potrebbe volerci del tempo per comprendere o abbracciare appieno la tua neurodiversità.

I tuoi prossimi passi potrebbero essere quello di saperne di più sull’autismo, leggendo qualche manuale scientifico o le testimonianze di altre persone, o cercare altre persone adulte autistiche per sentirti parte di questa comunità. Se la tua diagnosi è stata suggerita a seguito di difficoltà a scuola, al lavoro o nella vita relazionale, dovresti esplorare se nella tua zona ci sono enti, associazioni o professionisti specializzati in autismo in età adulta, per aiutarti a funzionare in modo più efficace o per accedere agli aiuti specifici che possano essere disponibili.

Cosa significa ricevere una diagnosi di autismo in età adulta?
Le persone possono avere reazioni molto diverse a una diagnosi di autismo in età adulta. Alcuni si sentono sollevati dal fatto che ci sia una ragione per il modo in cui pensano e si comportano. Alcuni si sentono spaventati, poiché si riconoscono pienamente in quanto emerge dalla valutazione e si chiedono cosa potrebbe significare questo per il futuro. Alcuni provano vergogna, forse a causa di rappresentazioni negative o disinformate dell’autismo. Alcuni provano rammarico per non aver cercato supporto prima e altri provano accettazione verso la diagnosi e le differenze che li rendono unici.

Per molti adulti, una diagnosi di autismo può cambiare la vita. Fornisce un paradigma tramite il quale comprendersi meglio, consente di rielaborare le idee distorte che ci si è formati su se stessi e permette di abbracciare il proprio autentico Sé. Come è stato detto da alcune persone autistiche, l’esperienza è stata come “risolvere finalmente un enigma che durava da tutta la vita”.

Dovrei camuffare il mio autismo in contesti sociali?
La ricerca ha dimostrato che l’autenticità è parte integrante della salute mentale e del benessere. Eppure a molte persone con autismo viene insegnato, o insegnano a se stesse, a modificare il proprio comportamento per conformarsi alle norme e alle aspettative sociali.

Identificare e svelare abitudini profondamente radicate è difficile: richiede coraggio e assertività. Ma farlo, e forse trovare una comunità neurodiversa di supporto, può eliminare la vergogna e lo stress e aiutare a coltivare dignità, connessione e accettazione di sé.

Al tempo stesso è bene ricordare che essere autentici e mostrare il proprio vero Sè può portare ad allontanamenti e chiusure, poiché non tutte le persone che ti circondano saranno in grado di comprendere cos’è la neurodiversità e il perchè del tuo cambiamento: questo aspetto è da tenere in considerazione, poiché possiamo chiedere agli altri di capirci ma al tempo stesso non possiamo darlo per scontato e pretenderlo. Se rinunciare a queste relazioni per te è troppo doloroso (magari perchè ti sentiresti solo, o perchè ti spaventa l’idea) prenditi il tempo per rifletterci sù e raggiungere un buon compromesso tra il bisogno di fare “coming out autistico” e il desiderio di non rovinare relazioni a cui tieni sinceramente o che per te sono necessarie in questo momento della tua vita (come ad esempio quelle sul posto di lavoro).

Che tipo di supporto posso ricevere all’università se ho una diagnosi di autismo?
Ogni Ateneo italiano per legge deve fornire supporti allo studio rivolti sia alle persone con disabilità (sia essa fisica, sensoriale o psichiatrica) sia alle persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

In molti Atenei italiani l’autismo accompagnato da intelligenza in norma o da plusdotazione cognitiva viene equiparato a un Disturbo dell’Apprendimento, e vengono offerti supporti specifici. In altri Atenei potrebbe invece essere necessario avere una diagnosi di disabilità, o in altri casi ancora la diagnosi di autismo deve essere rilasciata o convalidata da un ente pubblico accreditato (in genere i CPS o i Centri di Salute Mentale presenti a livello ospedaliero).

La cosa migliore da fare è mettersi in contatto con l’Ufficio che si occupa di fornire supporto agli studenti con disabilità e DSA dell’Ateneo a cui vorresti iscriverti, per avere informazioni specifiche.

Prendi anche in considerazione la possibilità di chiedere supporto a un centro o a un professionista che si occupino di autismo in età adulta, in modo da avere un supporto esterno con cui confrontarti.

Che tipo di supporto posso ricevere a livello lavorativo?
In Italia sono poche le realtà che si occupano di questa tematica. Puoi cercarle e capire se sono vicino alla tua zona di residenza, o se svolgono il loro operato anche a distanza.

Tieni conto che la maggior parte di queste realtà si occuperà della tua situazione se sei in possesso di un certificato di invalidità. In molti casi questi centri e associazioni potrebbero essere specializzati sull’inserimento lavorativo per persone con comorbilità tra autismo e ritardo mentale.

Se non c’è nessun ente specializzato vicino a te (o se quelli che ci sono non sono adatti alla tua situazione specifica), o se non sei in possesso di una diagnosi di disabilità puoi chiedere supporto ai Servizi Sociali del tuo Comune di residenza: esistono infatti altri progetti che si occupano di sostenere lavorativamente persone con svantaggio nell’inserirsi nel mondo del lavoro. In questi Servizi non troverai personale formato sull’autismo, ma troverai comunque psicologi, educatori e assistenti sociali che potranno aiutarti e attivare con te Borse Lavoro, stage o occasioni lavorative protette, per aiutarti a fare una prima esperienza lavorativa o per orientarti.

Ricorda: sia per lo studio che per il lavoro, puntare sui tuoi interessi è la miglior soluzione per trovare uno sbocco in cui mettere a frutto le tue competenze e le tue migliori qualità.

(articolo liberamente tradotto e tratto da Psychology Today )

Se questo articolo ti è stato utile, o se sei in cerca di un professionista per una diagnosi in età adulta o che ti affianchi dopo averla ricevuta, puoi contattarmi al numero 3477663708 o tramite la pagina Contatti presente su questo sito.